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Pittura fiamminga, L' ossessione dei particolari

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Arnis
view post Posted on 26/2/2005, 16:50     +1   -1




Tra le caratteristiche dei dipinti fiamminghi, oltre a quella della cura quasi maniacale dei particolari, anche i più minuscoli, c'è quella della tridimensionalità. Colori, prospettive, luminosità, sono messi in modo da far sentire all'interno della scena chi guarda il dipinto.
Li adoro, i Fiamminghi.

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Rogier Van der Weyden, "Annunciazione", olio su tela, 186 x 115 cm, anteriore al 1445, New York, Metropolitan Museum of Art


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Rogier Van der Weyden, "Deposizione dalla Croce", olio su tela, 220 x 262 cm, 1440, Madrid, Prado


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Jan Van Eyck, "I coniugi Arnolfini", olio su tavola, 82 x 59 cm, 1434, National Gallery, Londra


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Jan Van Eyck, "Madonna del Canonico van der Paele", olio su tavola, 122 x 157 cm, 1436, Bruges, Groeninge Museum


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Hans Memling, "Matrimonio mistico di S. Caterina", pannello centrale del trittico, 192 x 86 cm, ultimo decennio del XV sec., Bruges, Memlingmuseum


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Gérard David, "Madonna dell'uva", 1506, Genova, Palazzo Bianco


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Quentin Metsys, "Erasmo da Rotterdam", 58 x 45 cm, 1517 circa, Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica


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Jan Gossaert, detto Mabuse, "Trittico Malvagna", 1510, Palermo, Galleria Nazionale


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Jan Gossaert, detto Mabuse, "Venere con lo specchio (o Vanitas)", Rovigo, Accademia dei Concordi
 
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view post Posted on 26/2/2005, 19:50     +1   -1
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Non mi e' mai piaciuta tanto.........
 
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Arnis
view post Posted on 27/2/2005, 11:47     +1   -1




CITAZIONE (pv @ 26/2/2005, 19:50)
Non mi e' mai piaciuta tanto.........

Prova a leggere questo romanzo pv, nelle prime pagine c'è una descrizione entusiasmante di un dipinto fiammingo di Pieter Van Huys. E' una descrizione anche tecnica, fatta da una restauratrice - la protagonista - basteranno quelle due paginette a farti vedere la pittura fiamminga sotto una luce nuova.

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Questo è un commento al libro che ho trovato in un sito di scacchi:


ASSASSINIO NELLA TAVOLA FIAMMINGA

Il poliziesco classico, all'Agatha Christie o all'Ellery Queen, per intenderci, è il genere meno frequentato nell'universo del giallo contemporaneo. Perché funzioni devono infatti verificarsi alcune situazioni che non sembrano essere apprezzate dal pubblico d'oggi come lo erano negli anni 30 o 40. Il canone di questi romanzi esige una società chiusa, così che l'autore di un omicidio appartenga ad una schiera limitata di personaggi, tutti intimamente legati tra loro e tutti sospettati (o sospettabili) dal detective che, grazie agli indizi raccolti ed alle sue deduzioni logiche, è in grado di sciogliere il mistero.
Ci voleva, insomma, un bel coraggio per tentare di rinverdire la fortuna del romanzo-enigma alla Van Dine.
Ad accettare la sfida è stato un giornalista televisivo spagnolo, giunto peraltro al suo quinto romanzo, Arturo Perez-Reverte, di cui Bompiani ha da poco pubblicato nella collana Noir l'unico suo romanzo tradotto in italiano: LA TAVOLA FIAMMINGA. Da questa storia avvincente è stato tratto peraltro il nuovo film del regista Jim Mc Bride, "The Flemish Board", noto ai più come l'autore de " All'ultimo respiro " interpretato da Richard Gere, remake di " A bout de souffle " del grande Jean-luc Godard, con J.Paul Belmondo e l'indimenticabile Jean Seberg.
Ebbene, vi garantisco che è una bella sensazione imbattersi in un libro che non sbrodola, non annoia, ed alla fine ti fa mestamente dire: peccato, è finito.
Siamo nell' universo del libro come mezzo per passare qualche ora di svago, quelle che la massa dei giovani italiani sprecano, per la gran parte, davanti ad assurdità televisive.
Se passassero qualche ora a leggere questo romanzo si divertirebbero di più, e scoprirebbero così anche gli scacchi, universo sfaccettato più d'un diamante, usato dallo scrittore in modo fascinoso. Si tratta d'un pregevolissimo giallo-noir che si muove su diversi piani, ma il centro dell'universo è questa tavola dipinta ad olio nel 1471 dal fiammingo Pieter Van Huys.
Il romanzo si inserisce prepotentemente, per inciso, in quella che ormai possiamo definire, per noi scacchisti, una felice "tradizione" iniziatasi con "Il re degli scacchi" di Acheng (Theoria), proseguita con "Il gioco del prigioniero" di Calcagno (Rizzoli) e culminata lo scorso anno con lo straordinario successo da best seller de "La variante di Luneburg" di Paolo Maurensig (Adelphi).
Cinque secoli dopo esser stata dipinta, la tavola giunge alle cure d'una giovane restauratrice, Julia, che scopre, all'esame della luce nera della lampada di Wood, una scritta nascosta nel quadro, coeva, ma ricoperta di pittura, come per timore, dall'artista: "Quis necavit equitem", e nella mano d'uno dei giocatori si vede infatti un cavallo appena catturato. Potrebbe così intendersi , in gergo scacchistico, "chi ha mangiato il cavallo". Oppure: "chi ha ucciso il cavaliere". E non potrebbe essere tutte e due le cose? Cioè la partita non potrebbe essere lo specchio esatto della realtà? Sembra quindi che il quadro rappresenti in modo ambiguo un assassinio e la domanda ha una doppia valenza, la prima interpretazione potendo dare la chiave della seconda.
Amici, si può giocare a scacchi con qualcuno morto 500 anni prima?
La risposta sta appunto nell'originalissima trama, che non vi racconterò, con cui si sviluppa il romanzo, partendo dalla posizione della partita sulla scacchiera raffigurata nel quadro. E c'è tanto di diagramma, inizialmente addirittura con una interessante "analisi retrogada", fatta da quello che potremmo definire il co-protagonista della vicenda, un campione di scacchi scovato nel circolo locale. Ovviamente la soluzione è sorprendente, e, anche se dobbiamo pur dire che da un punto di vista tecnico ed alla sensibilità d'un esperto scacchista, la sequenza di mosse si sviluppa in maniera abbastanza banale, bisogna pur tener conto che la priorità assoluta deve essere della trama e le mosse devono assoggettarsi ad essa. E perlomeno qui ci sono, e, contrariamente al fortunatissimo La variante di Luneburg, se mi posso permettere, l'autore ha il coraggio di porle in bella evidenza.
Una volta tanto debbo dire con estremo piacere che la traduzione, anche nei non facili termini scacchistici, è assolutamente perfetta, merito di Ilide Carmignani, che dagli appassionati del gioco meriterebbe un premio per la accuratezza, la documentazione e la precisione linguistica.
La prosa dell'autore è poi scorrevole e senza indesiderabili excursus. Non si tratta d'un narrare macabro e nemmeno serrato, vi si respira il ritmo equilibrato e scandito della partita a scacchi, della sfida, sempre più febbrile, tra passato e presente, tra reale e fantastico.
Grazie Perez-Reverte, grazie Carmignani, grazie Bompiani.

 
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view post Posted on 26/8/2006, 16:57     +1   -1
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CITAZIONE (Arnis @ 27/2/2005, 12:47)
Prova a leggere questo romanzo pv, nelle prime pagine c'è una descrizione entusiasmante di un dipinto fiammingo di Pieter Van Huys. .
.
.

Ho come l'idea che il quadro sul cavallo ( o cavaliere) morto non esista.

Van Huys sì a quanto pare.
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"Tentation de saint Antoine"
Huile sur bois 69,5 x 102,5 cm
Musée du Louvre, Paris
 
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nanni
view post Posted on 26/8/2006, 18:22     +1   -1




Ho letto un servizio su di un'operazione compiuta dal regista Greenway su "La ronda di notte". Ne ha ricavato una specie di cortometraggio illuminandone con luci diverse alcune zone in successione. A suo dire in questo modo verrebbe rivelata la storia nascosta nel quadro: l'assassinio del capo di una milizia cittadina e la sua sostituzione con un esponente di una fazione diversa.
Sembra una cosa estremamente interessante, chissà se sarà mai possibile vederla...

Nanni

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view post Posted on 26/8/2006, 19:33     +1   -1
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CITAZIONE (pv @ 26/8/2006, 17:57)
CITAZIONE (Arnis @ 27/2/2005, 12:47)
Prova a leggere questo romanzo pv, nelle prime pagine c'è una descrizione entusiasmante di un dipinto fiammingo di Pieter Van Huys. .
.
.

Ho come l'idea che il quadro sul cavallo ( o cavaliere) morto non esista.

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I pedoni in a7, b7 e d7 sono nelle posizioni iniziali..
L'Alfiere in c8, pure: e non si è ancora mosso, visto dove sono i pedoni b7 e d7.
Le caselle utili per il Cavallo in b8 e per il pedone a5 sono occupate.
La Torre c1 ha le tre caselle circostanti occupate.
Il Cavallo d1 potrebbe provenire da e3 o da b2 ma avrebbe messo in entrambi i casi il Re Bianco sotto scacco.
Il Re Nero non può arrivare da b3 o da b4, per via del Re Bianco. In a3 sarebbe stato sotto scacco da parte del Cavallo b2, quindi la posizione fa supporre che si trovi lì da più di un turno.
E' dunque la Regina Nera che deve essere stata appena mossa.
Sta in c2 e non può provenire che da a2,b2,b3 e d3; ma d3, b3 e a2 sono da escludere perché il Re Bianco sarebbe stato sotto scacco.
Quindi l'ultima mossa è stata Regina Nera da b2 a c2.
In questa posizione la Regina Nera è però minacciata dalla Torre in b5. Se la Regina era non è stata ancora mangiata, se ne deduce che la Torre, in b5 c'è appena arrivata e un pezzo che doveva trovarsi in b3 o in b4 è stato spostato.
Per arrivare lì, la torre b5 deve aver mangiato un pezzo, altrimenti la Regina Nera sarebbe già stata minacciata dalla torre b6.
Quale pezzo si è mangiata la Regina Nera? o un pedone, o un alfiere o una torre (la Regina Bianca e il Cavallo sono ancora sulla scacchiera).
La casella b5 è bianca e l'Alfiere che viaggia sulle bianche è ancora ben vivo in c8; quindi non si è mangiata un alfiere.
I dintorni della casella a8 mostrano che una Torre è stata mangiata e l'altra Torre c'è ancora.
Il pedone in a5 viene da c7 e gli altri pedoni non potevano arrivare in b5: dunque non può essere stato mangiato un pedone.
In b5 deve esserci arrivato dunque arrivato un pezzo da b3 o da b4, con uno spostamento.
Quale pezzo? l'Alfiere bianco è in f1 e non ci può essere arrivato da b3 in un solo colpo.
L'alfiere nero potrebbe venire da b4 ma sarebbe ancora visibile sulla scacchiera.
La regina bianca è in e1 e nemmeno lei può essere arrivata da b3 o b4 in un solo colpo.
Se c'era un pedone, ora lo si vedrebbe in a4, a5, c4 o c5.
Le Torri bianche sono in b5 e b6.
Quindi il pezzo che è stato spostato era un Cavallo. Ma siccome il Cavallo non è più sulla scacchiera, evidentemente è stato mangiato, dopo lo spostamento dalla Regina. Era in b4 per andare in c2.
Quindi la Regina ha appena mangiato il Cavallo.
E' la risposta alla domanda "Quis necavit equitem?".
 
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view post Posted on 28/8/2006, 12:44     +1   -1
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E dunque il defunto e' il cavallo e non il cavaliere...



Edited by pv - 30/8/2006, 10:33
 
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Pharmg987
view post Posted on 13/2/2010, 01:11     +1   -1




Hello! bgdkekf interesting bgdkekf site!
 
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Pharmb450
view post Posted on 13/2/2010, 01:13     +1   -1




Very nice site!
 
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LizaPop
view post Posted on 13/2/2010, 14:29     +1   -1




fkl idt -_-
 
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